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L’Importanza di una corretta gestione degli asset digitali nel BIM
La gestione efficace degli asset digitali in BIM, tramite un CDE strutturato, è cruciale per ottimizzare l’intero ciclo di vita dell’opera, migliorando la collaborazione e riducendo gli errori, in linea con la normativa italiana. Affidare in outsourcing questo servizio rappresenta una soluzione economicamente vantaggiosa, in quanto riduce il rischio di perdita di dati critici e libera risorse interne. Seguendo la buona vecchia regola del Backup 3-2-1. Tre copie complete, due supporti di memorizzazione, una copia in un’altra sede.
Nel testo poi ti spiego meglio.
L’adozione della metodologia Building Information Modeling (BIM) ha rivoluzionato il settore delle costruzioni, introducendo un approccio collaborativo e basato sui dati per la progettazione, la costruzione e la gestione del ciclo di vita degli edifici e delle infrastrutture. Al cuore di questo processo risiede la gestione efficace degli asset digitali, ovvero l’insieme di informazioni geometriche, alfanumeriche e documentali che costituiscono il modello BIM. Una gestione inadeguata di questi asset può compromettere significativamente i benefici del BIM, portando a inefficienze, errori e aumento dei costi. Questo testo esplorerà l’importanza vitale di un ambiente di condivisione dati strutturato in ambiente BIM, evidenziando la sua necessità in tutte le fasi del ciclo di vita del bene, fornendo un focus sulla normativa vigente e concludendo con una call to action.
La gestione degli asset digitali in ambiente BIM non si limita alla semplice archiviazione di file. Essa implica la creazione, l’organizzazione, la manutenzione, la condivisione e la sicurezza di tutte le informazioni relative al progetto in un formato digitale centralizzato e interoperabile. Un ambiente di condivisione dati (Common Data Environment – CDE) strutturato rappresenta la spina dorsale di questa gestione, fungendo da unica fonte di verità per tutti gli stakeholder coinvolti nel ciclo di vita del bene.
Benefici nell’adozione di un CDE strutturato
Fase di progettazione: Un CDE ben implementato facilita la collaborazione tra i diversi team di progettazione (architetti, ingegneri strutturisti, impiantisti, ecc.). Consente la condivisione in tempo reale dei modelli, l’identificazione precoce di interferenze e conflitti, la gestione delle revisioni e la tracciabilità delle modifiche. Questo si traduce in una maggiore efficienza del processo progettuale, riduzione degli errori e ottimizzazione delle soluzioni.
Fase di costruzione: Durante la costruzione, il CDE permette al team di costruzione, ai subappaltatori e ai fornitori di accedere alle informazioni aggiornate del progetto, inclusi i modelli esecutivi, i dettagli costruttivi, le specifiche tecniche e i cronoprogrammi. Ciò favorisce una migliore comunicazione, la gestione efficiente dei materiali, la pianificazione delle attività e il controllo di cantiere, riducendo i ritardi e i costi imprevisti.
Fase di gestione e manutenzione: Al termine della costruzione, il modello BIM, arricchito di informazioni “as-built”, diventa un prezioso strumento per la gestione e la manutenzione dell’edificio o dell’infrastruttura. Il CDE consente di accedere facilmente alle informazioni sugli asset, ai manuali operativi, alle scadenze di manutenzione, alle garanzie e allo storico degli interventi. Questo facilita la pianificazione degli interventi, la gestione degli spazi, l’ottimizzazione dei consumi energetici e la presa di decisioni informate durante l’intero ciclo di vita del bene.
Focus sulla Normativa Vigente:
In Italia, l’importanza del BIM e della gestione degli asset digitali è stata progressivamente riconosciuta e incentivata attraverso diverse normative. Il Decreto Ministeriale n. 560/2017 ha reso obbligatorio l’uso del BIM per le opere pubbliche di importo superiore a determinate soglie, con una graduale implementazione nel tempo. Questo decreto sottolinea la necessità di adottare formati aperti (Open BIM) e di stabilire flussi informativi digitalizzati, presupponendo di fatto l’adozione di un ambiente di condivisione dati strutturato.
Ulteriori riferimenti normativi e linee guida, come le norme UNI 11337 relative alla digitalizzazione delle informazioni nel settore delle costruzioni, forniscono indicazioni specifiche sui processi, i ruoli, i formati e i requisiti informativi per una corretta gestione del BIM e dei suoi asset digitali. Queste normative mirano a standardizzare i processi, promuovere l’interoperabilità e garantire la qualità delle informazioni scambiate tra i diversi attori del ciclo di vita del bene.
La mancata adozione di un sistema di gestione degli asset digitali conforme alle normative vigenti può comportare non solo inefficienze operative, ma anche rischi legali e sanzioni nell’ambito degli appalti pubblici.
Conclusione
La gestione degli asset digitali in ambiente BIM, supportata da un ambiente di condivisione dati strutturato, rappresenta un elemento imprescindibile per massimizzare i benefici della metodologia BIM in tutte le fasi del ciclo di vita di un bene. Dalla progettazione alla costruzione, fino alla gestione e manutenzione, un CDE efficiente favorisce la collaborazione, riduce gli errori, ottimizza i processi e garantisce l’accesso alle informazioni corrette al momento giusto. La normativa vigente in Italia sottolinea l’importanza di questo approccio, incentivandone l’adozione e definendo i requisiti per una corretta implementazione.
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