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Microservizi docker per gli studi di architettura
L’impiego di microservizi digitali negli studi di architettura, e non solo, è utile per automatizzare attività che diversamente richiederebbero l’attenzione di un umano. Che spesso non ha tempo. Può essere un investimento che concorre all’ottimizzazione delle risorse interne, almeno finche funziona!
Poi ti spiego meglio.
Microcosa?
I microservizi digitali sono applicazioni suddivise in componenti indipendenti, ognuno con una funzione specifica (es. autenticazione, archiviazione, ecc.). Nella fattispecie un contenitore Docker consente di incapsulare ciascun microservizio in un contenitore isolato e portabile, facilitando la distribuzione e la scalabilità.
Insieme, permettono di costruire sistemi modulari, flessibili e facilmente manutenibili.
In pratica, sono servizi informatici che operano in un ambiente immutabile e possono svolgere funzioni ben specifiche. Per farli funzionare necessiti di un apparato che abbia capacità computazionale sufficiente per operare come server, quindi occorre un computer di qualche tipo o un nas predisposto per tale utilizzo.
Digitalizzazione del processo costruttivo
L’uso dei microservizi containerizzati (Docker) si inserisce in un contesto più ampio di digitalizzazione del processo costruttivo, che coinvolge sia nuove costruzioni sia interventi sull’esistente (ristrutturazioni, recupero edilizio, retrofit energetico).
Grazie alla modularità dei microservizi, è possibile costruire una piattaforma digitale integrata che accompagna il progetto architettonico lungo tutte le sue fasi:
– Progettazione (preliminare, definitiva, esecutiva)
– Gestione del cantiere e interfaccia con imprese e tecnici
– Monitoraggio e manutenzione** post-costruzione (digital twin per l’esistente)
Ogni fase può essere supportata da microservizi dedicati (es. controllo versioni, accesso collaborativo, dashboard analitiche) e containerizzati, garantendo aggiornabilità e scalabilità.
Interventi sull’esistente e digital twin
Negli interventi su edifici esistenti, la digitalizzazione tramite microservizi può essere combinata con tecnologie di rilievo laser scanner, fotogrammetria, e modellazione 3D.
I servizi containerizzati possono gestire:
– Il flusso dati da rilievi digitali
– L’integrazione con banche dati catastali o vincoli urbanistici
– L’elaborazione di modelli digitali dell’esistente (digital twin)
Questo consente di automatizzare le attività ripetitive, gestire varianti in corso d’opera, e creare ambienti virtuali condivisi per il cliente e gli stakeholder.
Integrazione con il BIM (Building Information Modeling)
L’integrazione con il BIM è un passaggio fondamentale. L’architettura a microservizi permette supportare le componenti del processo BIM, fornendo la struttura necessaria per la gestione e la condivisione dei dati. AcDat/CDE
Se uno studio non ha ancora adottato il BIM, i microservizi containerizzati possono fungere da “strato intermedio” tra i flussi tradizionali e l’adozione progressiva del BIM. Si possono cioè integrare progressivamente funzionalità di digitalizzazione BIM-ready, senza stravolgere completamente i processi interni.
Conclusione
L’adozione di microservizi basati su Docker negli studi di architettura si sposa perfettamente con l’attuale spinta verso la digitalizzazione del settore delle costruzioni, incentivata anche dal PNRR e dalle normative europee.
Integrando i microservizi con il BIM e adattandoli a interventi su nuovo ed esistente, gli studi possono:
– Aumentare la produttività
– Ridurre i costi di gestione
– Offrire servizi digitali avanzati
– Essere più competitivi nel mercato pubblico e privato
–
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